viernes, 27 de julio de 2007

IL LAVORO DELLA STAMPA ITALIANA IN ARGENTINA DEVE RISPETTARSI E VALUTARSI

per Lic. Roman Luna Marossero


“Quando mi sono seduto al mio computer per scrivere le mie riflessioni sul bilancio dell’anno e l’impegno dei nostri mezzi (Seminario Italiano Radio; Italiani d`Argentina Grafico, Código Italia Grafico e www.italiaenamerica.com giornale Online)formare la collettività italiana in Argentina, ho sentito un`immensa tristezza che a volte mi ha fatto dire: non si può continuare così. Ma allo stesso tempo ho pensato alla sfida che ciò comporta ed è proprio in questo ho trovato le forze per andare avanti. La stampa italiana, in Argentina, non viene rispettata come dovrebbe ma a questo c’è una spiegazione. Posso affermare che questo umile mestiere di comunicare è diventato un passatempo per molti, che vedono nei mezzi di comunicazione una maniera di raggiungere una posizione sociale o semplicemente uno spazio per fare pubbliche le proprie opinioni. Questo, in Argentina, ha svalutato un mestiere che più che altro dovrebbe essere uno strumento a disposizione della comunità, svolto da professionisti che hanno investito tempo e sforzo per acquisire una formazione accademica, pertanto la professionalità è l’unico cammino possibile per migliorare l’accesso all’informazione certa e responsabile. La maggioranza dei mezzi (pressoché l’80%) che si occupa della diffusione della cultura italiana, è a cura di persone che non sono professionisti specializzati.Italiani d’Argentina è un gruppo di giornalisti che da 33 anni si occupa della stampa italiana, diretto dal prestigioso giornalista e presentatore italiano Giuseppe Paratore che ammiro, rispetto e capisco quando mi racconta quello che spesso deve tollerare. Comunque la linea editoriale, da lui inculcata, è quella del lavoro con rispetto e professionalità, fatto possibile grazie a tutti coloro che partecipano a questo particolare progetto: tutti ci siamo formati ed abbiamo investito parte della nostra vita a studiare per esercitare quello che portiamo dentro di noi, la comunicazione.Spesso in riunioni o congressi, in cui sono stato presente, ho visto ed ho sentito che si cerca di fare interscambi e promuovere lo sviluppo di professionisti ed imprese o semplicemente di realizzare dei corsi di lingua italiana; ma mai ho sentito parlare sull’importanza della stampa.Tutte le associazioni ed istituzioni svolgono delle attività da diffondere e in questo entriamo in gioco noi con il nostro lavoro d’informare. E mi sembra opportuno sottolineare che i nostri mezzi non vengono sussidiati da nessuno. Noi dobbiamo commercializzarli per poter continuare ad andare avanti con la nostra proposta: rendere a portata di mano tutta quell’informazione riguardante all’italianità del nostro paese. La nostra è una realtà che si contrappone con la maggioranza delle Associazioni che ricevono dei sussidi dalle Regioni che rappresentano. Molte di esse credono che il nostro mestiere si svolge nel quadro dell’obbligatorietà per quanto riguarda la diffusione delle notizie, copertura di eventi ed altre attività odierne che ci richiamano.E’ chiaro che non è così. Come esempio, posso commentare il caso di una Camera di commercio che "collabora" economicamente, tramite pubblicità, con dei programmi di televisione e giornali che non c’entrano niente con il settore sociale interessato alle attività di questo tipo d’istituzioni, per cui ci fa pensare che l’obbiettivo perseguito non è giustamente quello d’informare. Casi del genere abbondano all’interno della collettività ed i suoi rappresentanti. Siamo aperti al dialogo con tutte quelle persone che ci fanno delle critiche costruttive e danno valore al nostro lavoro come pure noi rispettiamo il lavoro e la funzione sociale altrui.Ci siamo compromessi con la gente del nostro paese e del mondo che leggono e sentono le diverse proposte che abbiamo inserito nella società. Continueremo lavorando ed informando chi ci segue ogni giorno. A loro risponderemo nell’unico modo che sappiamo farlo, cioè informando con etica professionale e senza discorsi ingannevoli, con la verità”.

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